Salvifico, per stessa ammissione dell’autore, è il processo artistico in sé, una vera terapia dell’anima. Un’esigenza creativa, che si materializza nel bisogno, quasi fisico, di ritrarre le persone ed i luoghi che entrano in contatto, anche solo per pochi attimi, con lui, trasformati da una luce che trasfigura il mero dato in immagine onirica, sognante e, appunto, salvifica. Rispetto alla pittura di Salvi, qualcuno ha tirato in ballo i fauves, il primitivismo, l’arte naif, e in parte c’è del vero; ma se si chiede a Ugo quali siano gli artisti che lo hanno condizionato, la risposta andrà inevitabilmente in direzione dei “classici”, Caravaggio in primis.
La realtà è che la pittura di Salvi, così sospesa fra due mondi, assomiglia a tutto e a niente, quindi, in definitiva, solo a sé stessa.
– Andrea Fontana –
LA PITTURA
DELL'IMMAGINIFICO
COME TERAPIA
Il colore, la luce e la natura, i grandi protagonisti dei suoi lavori.